Idee per affrontare l'inizio dell’anno scolastico 2016-2017
Data pubblicazione: Sep 20, 2016 2:40:43 PM
In questa particolare e faticosa ripresa di inizio d’anno, dopo
un’estate densa di emergenze e di fatica, vogliamo delineare le
principali linee d'azione della FLC CGIL per l'anno scolastico
2016-2017, senza la pretesa di essere, in questo momento, esaustivi
Gli effetti delle nuove norme inserite nella legge provinciale sulla
scuola non saranno ancora visibili perché la loro applicazione è
prevista per il 2017-2018, ma certamente sarà durante questo anno che la
Provincia ne definirà le modalità di applicazione, quindi è importante
stabilire un piano di lavoro che contribuisca ad orientare le scelte
dell'amministrazione. In particolare riguardo a mobilità, assegnazione
dei docenti alle scuole, reclutamento, organici.
Mobilità e assegnazione dei docenti alle scuole. Il contratto della
mobilità provinciale dovrà essere adeguato alle nuove norme. Abbiamo
ottenuto in legge che i docenti assunti DOPS 2014-2015 e 2015-2016
possano chiedere ancora l'assegnazione di titolarità su istituto. Così
anche per i docenti assunti in organico di diritto 2015-2016. Ora si
tratta di stabilire nella procedura le precedenze. Anche in passato,
quando vigeva il blocco biennale del mobilità provinciale, gli assunti
in ruolo nell'anno di blocco precedevano nell'assegnazione di sede
definitiva rispetto a quelli assunti nell'anno seguente. Ci sembra
quindi coerente proporre che venga rispettata questa stessa scansione.
Per quanto riguarda gli ambiti territoriali, continueremo a portare la
nostra proposta di limitare gli stessi indicativamente intorno ai 20 km.
Deve essere lasciata la possibilità di chiedere l'assegnazione
provvisoria e l'utilizzo rispetto alle singole scuole per tutti i
docenti che ne presentino i requisiti. Sugli ambiti territoriali:
priorità ineludibile è determinare che la procedura di assegnazione dei
docenti alle scuole all'interno dell'ambito sia fatta con criteri
oggettivi. Su questo non c’è possibilità di compromessi. Occorre che le
scuole definiscano un organico dell'autonomia conforme alle esigenze del
Progetto di Istituto. Quest'ultimo è il documento che esplicita la
progettualità dell'istituto ed è ad esso che vanno ricondotte le
corrispondenti caratteristiche dei profili professionali. Il Collegio
docenti e il Consiglio di Istituto esercitino le rispettive prerogative.
Il Progetto di Istituto va costruito con estrema attenzione anche perché
pone le basi in ordine all’individuazione dei criteri per l’assegnazione
dei docenti all'istituto, in aggiunta alle regole stabilite dal
contratto.
Reclutamento e organici: i numeri delle immissioni in ruolo quest'anno
sono stati molto contenuti. La Provincia ha motivato ciò con il minor
numero di pensionamenti rispetto alle attese e con la necessità di
lasciar libere le sedi vacanti per poter assegnare, agli assunti DOPS
dei due anni precedenti, la titolarità . Pensiamo che occorra dare una
reale risposta sia ai docenti precari, che da anni garantiscono il
funzionamento delle scuole, sia alle esigenze di funzionalità delle
scuole stesse. L'istituzione dell'organico DOPS è andato in quella
direzione, cioè verso l'allargamento della pianta organica che ha
permesso maggiori assunzioni in ruolo. Ma è stato di difficile gestione,
anche a causa delle rigidità normative con cui è stato istituito. Va
tenuta l'idea, anzi, allargata alla possibilità di creare posti interi
sommando frazioni d'orario, o permettendo l'assunzione anche sulle
singole frazioni ma, soprattutto, va creato un organico che corrisponda
ad un potenziamento dell'offerta formativa. Il reclutamento deve
garantire l'esaurimento delle attuali graduatorie provinciali e, ora che
i nuovi concorsi si sono conclusi, o sono prossimi ad esserlo, deve
essere individuato un piano transitorio che dia una risposta ai tanti
docenti che ne sono rimasti fuori. In previsione di un nuovo sistema di
accesso all'insegnamento e di formazione iniziale, chiediamo di aprire
immediatamente un tavolo che affronti il problema del precariato nella
nostra Provincia. Dobbiamo superare la situazione attuale, andando verso
un sistema che sincronizzi la formazione con il reclutamento e che non
porti più ad accumulare una percentuale così elevata di precariato
storico. Nel frattempo dobbiamo dare una risposta a chi nella scuola
lavora già da tanti anni. L'idea di costituire una ulteriore fascia per
inserire gli abilitati TFA, PAS e diplomati magistrali inclusi nelle
graduatorie di istituto trentine, che abbiano svolto almeno un periodo
lavorativo di tre anni, deve essere ripresa. La procedura selettiva può
essere quella di una valutazione del servizio svolto a scuola. Va data
ai docenti non abilitati la possibilità di abilitarsi all'insegnamento,
almeno per coloro che hanno investito nella scuola e ci lavorano da
anni.
In aggiunta alcune altre riflessioni:
- personale ATA e assistenti educatori: non si può demandare
ulteriormente il confronto con la Provincia per affrontare l’aggravio
dei carichi di lavoro del personale ATA affinché le maggiori e nuove
prestazioni introdotte in questi ultimi anni dalle leggi e dalle nuove e
crescenti esigenze della scuola (es. trilinguismo, alternanza scuola lavoro, altri indirizzi politici della Giunta) non siano intese come implicite
disponibilità senza (o inadeguato) riconoscimento. Il tavolo della
revisione dei profili professionali va affrontato con questa
consapevolezza. Ma occorre ragionare sull'idea di organico potenziato
anche per il personale ATA, perché il funzionamento della scuola
dovrebbe basarsi su un organigramma complessivo, inclusivo di questo
personale, senza il quale l'istituzione scolastica è destinata a non
assolvere la sua funzione sociale ed istituzionale. E' indispensabile procedere con nuovi concorsi, lì dove le graduatorie sono esaurite, con attenzione particolare al precariato storico. L'obiettivo primario
deve essere quello di far funzionare le scuole, garantire la sicurezza
degli alunni e dei laboratori, l'assistenza agli alunni disabili,
assicurare il tempo scuola con l'apertura dei plessi, la continuità e
l'efficacia dell'azione amministrativa, l'adeguato supporto all'azione
didattica.
Scuola dell'infanzia: si dovrà affrontare nel nuovo contratto il
riconoscimento dei carichi di lavoro derivanti dalle innovazioni
didattiche introdotte in provincia di Trento, prima fra tutte quelle del
piano trilinguismo, e dalle modifiche dell'organizzazione del lavoro che
ha introdotto elementi di flessibilità dell'orario a fronte di un piano
di stabilizzazione straordinario del personale precario. E' inoltre da
riprendere anche per la scuola dell'infanzia l'idea di un organico
potenziato legato alla progettualità e su questo continuare con lo sforzo di stabilizzare l'organico il più possibile, così come è stato già fatto, continuando a prevedere le nuove assunzioni anche su orario parziale dando la possibiltà al personale neo assunto in ruolo di passare a tempo pieno con priorità. Nella realizzazione del piano di assunzioni, quest'anno ha sicuramente giocato a sfavore il calo della popolazione scolastica. Nel breve periodo è atteso però un ricambio generazionale dovuto al raggiungimento dei requisiti pensionistici da parte di una parte consistente del personale.
Formazione professionale: dopo la sottoscrizione della modifica del contratto provinciale, l'ammininistrazione sta predisponendo il piano che consentirà l'assunzione a tempo indeterminato del personale docente precario che in questi ultimi anni ha garantito lo svolgimento delle attività didattiche. Le modalità di selezione dovranno tener conto anche dell'esperienza maturata sul campo da questo personale, nel rispetto dell'esaurimento delle graduatorie ad oggi ancora in vigore, come stabilito nel protocollo firmato con la Provincia a maggio 2014. Per la Formazione Professionale Paritaria continueremo a batterci per il mantenimento del contratto provinciale di lavoro come unico riferimento. E' di questi giorni la sigla dell'ipotesi di accordo con gli Enti Enaip, UPT e Artigianelli, che recepisce la modifica del contratto provinciale. Siamo convinti che sia questa la strada da seguire e non quella di Enti come Veronesi e Canossa che hanno disdettato il contratto provinciale per applicare quello nazionale. Abbiamo partecipato alla trattativa del contratto integrativo solo per tutelare i nostri iscritti e su mandato dei lavoratori, ma non perderemo occasione per evidenziare le ricadute negative di tale scelta non solo rispetto ai dipendenti, ma sull'intero sistema formativo trentino.
Infine, sopra a tutte le questioni, c'è il rinnovo del CCPL. E' la
nostra priorità. Questi i nostri impegni per arrivare al rinnovo del
contratto:
- abbiamo già ottenuto nel primo incontro all'APRAN, nel mese di luglio,
l'impegno ad avviare i tavoli tecnici entro settembre-ottobre;
- abbiamo verificato che le risorse stanziate nella finanziaria
provinciale sono sufficienti a garantire l'adeguamento del salario
fondamentale all'indice IPCA (aumento a regime, gennaio 2017, del 3%);
- per i docenti di ruolo è assicurato il riconoscimento del passaggio di
gradone 2014 e 2015, così come previsto dalla dinamica contrattuale,
entro l'autunno (abbiamo chiesto di non oltrepassare il mese di
ottobre);
- per il personale ATA, assistente educatore, scuola dell'infanzia e
formazione professionale, oltre all'adeguamento salariale, restano delle
risorse che potranno essere utilizzate per le progressioni di carriera;
entro la fine dell'anno arriveremo a definire una proposta contrattuale
che porteremo in assemblea con tutta la categoria per essere discussa.