FLC sulla carriera docenti
Le ultime apparizioni dell’assessore all’Istruzione Mirko Bisesti lo vedono sui giornali e a Roma per presentare al ministro un “piano per la valorizzazione della carriera del corpo docente”, fortemente voluto dalla sovrintendente Viviana Sbardella, di cui nessuno conosce contorni e dettagli. La presunta valorizzazione professionale dei docenti, secondo la giunta leghista, passerebbe attraverso tre nuove figure di docente esperto, docente ricercatore e docente delegato all’organizzazione, in aggiunta al docente a tempo indeterminato impegnato nel lavoro d’aula, andando di fatto a creare uno schema su quattro livelli di carriera o tre. Su compiti e ruoli vi sono notizie discordanti. A oggi lo status giuridico di questi docenti non esiste, non è contemplato dal contratto collettivo di lavoro, cui parte normativa è scaduta il 31 dicembre 2018 e non è stata nemmeno toccata né per il triennio 2019-2021 né per quello in corso, 2022-2024. Intervistato sull’Adige, alla domanda: ”Criteri, modalità, cifre sono già definite?” l’assessore risponde “Stiamo procedendo. Parliamo di diverse centinaia di euro al mese, non decine”. A una seconda domanda: “Le risorse economiche e finanziarie ci sono?” l’assessore risponde: “Quelle aggiuntive poi dovremo andare a rivendicarle politicamente”.
Se criteri, modalità e cifre non sono definite e le risorse non sono state stanziate, come FLC CGIL non possiamo fare a meno di chiederci quale sia il piano e da dove proverranno queste “diverse centinaia di euro al mese”; ma già si sente un acre retrogusto da campagna elettorale.
FLC CGIL ha partecipato senza pregiudizi ai due incontri di gennaio e luglio 2022 su questo tema, quando sembrava che il “modello” dovesse essere implementato addirittura a partire da settembre 2022, dopodiché le OO.SS. non sono più state né interpellate, né audite; si riduce a questo l’articolato confronto cui fa cenno l’assessore. Gli unici elementi noti sono i nomi delle figure e la percentuale del personale a tempo indeterminato che si pensa di coinvolgere, il 40% (di cui 30% esperti, 5% ricercatori e 5% delegati all’organizzazione), distratto dal lavoro d’aula e dirottato su altre funzioni quando non si riesce nemmeno a coprire le cattedre disponibili; e questo è un primo grande problema.
Molte però sono le implicazioni che s’intravedono, per quanto il piano sia solo abbozzato. Il tema delle risorse ovviamente è centrale. FLC CGIL ha chiesto dal primo momento lo stanziamento di risorse aggiuntive, ma nella finanziaria 2023 varata a dicembre non ve n’è traccia e si sta ancora lavorando per mettere al sicuro tutti gli aspetti del rinnovo contrattuale 2019-2021 del comparto scuola. Tutto fa pensare che le risorse sarebbero attinte dal pacchetto stanziato per la valorizzazione del merito dei docenti che già si distinguono per innovazione didattica, qualità dell’insegnamento e dei progetti, e questo sarebbe profondamente ingiusto. Ribadiamo inoltre che il tema non è solo economico, ma anche normativo, perché sono figure non previste dai contratti collettivi in vigore.
Il piano ipotizzato nel mese di luglio 2022 alle OO.SS. era un sistema chiuso e da ciò che possiamo capire è rimasto tale. Chiuso perché le nuove figure docenti costituirebbero uno status giuridico, anch’esso nuovo, acquisibile solo mediante concorso pubblico, il che significa che l’incarico ai vincitori sarebbe inteso fino a fine carriera. In questo senso quindi, se l’idea è stimolare i docenti, si tradurrebbe in un’iniziativa una tantum che non consentirebbe una turnazione fra le risorse presenti all’interno della singola scuola. Un altro problema che oggi appare insormontabile è la mobilità di questi docenti, perché se il sistema è così rigido, come potrebbero spostarsi da una scuola all’altra, o peggio in altra provincia o regione, conservando il proprio status di docente esperto o ricercatore, dato che con ogni probabilità in provincia di Trento i posti dei vincitori si cristallizzerebbero nelle relative scuole, mentre altrove queste figure non sono previste? Per questo la richiesta, inascoltata, della FLC CGIL era una procedura di selezione delle figure con funzioni progettuali didattiche e di coordinamento che fosse espressione del collegio docenti, mentre quelle organizzative e amministrative fossero nominate dal dirigente in quanto connotate da un rapporto di natura fiduciaria tra dirigente e i suoi più stretti collaboratori di staff.
L’altra richiesta della FLC CGIL era un sistema fondato su una formazione di alta qualità che tenesse conto delle inclinazioni, delle esperienze professionali dei docenti coinvolti, il riconoscimento dei periodi di formazione come servizio effettivo, la previsione di periodi sabbatici, il rimborso delle spese sostenute. Le nostre proposte andavano in direzione di un sistema organico, aperto, concertato che probabilmente, se le elezioni non fossero dietro l’angolo, sarebbe ancora possibile e sarebbe anche un ottimo spunto per aprire la contrattazione della parte normativa del contratto.
Raffaele Meo, segretario generale FLC Cgil del Trentino
20 gennaio 2023