Ulteriore nota esplicativa: Sentenza Corte Costituzionale trattenuta del 2,5% sulla retribuzione
Data pubblicazione: Dec 10, 2018 3:40:58 PM
Si riporta una breve nota esplicativa predisposta dall'Ufficio Legale Nazionale della FLC circa le motivazioni assunte dalla Corte nonché sugli effetti che da essa ne derivano.
Come noto, questa vertenza è stata promossa per contestare la legittimità della norma che prevede che la trattenuta del 2,5% sulla retribuzione, propria dei lavoratori pubblici in regime di TFS, venga applicata anche ai lavoratori pubblici in regime di TFR determinando una disparità di trattamento tra gli stessi lavoratori pubblici oltre che nei confronti dei lavoratori privati in regime di TFR che non subiscono questa trattenuta.
La questione, dopo numerose sentenze di primo e secondo grado anche di segno contrapposto, è stata rimessa dal Tribunale di Perugia alla Corte Costituzionale che (con sentenza n. 213 del 22.11.2018) ha dichiarato la legittimità della trattenuta.
Nel giudizio della Corte deve aver pesato anche la valutazione dell’impatto economico che avrebbe potuto determinare un’eventuale pronuncia positiva che, secondo le stime dichiarate dall’Avvocatura dello Stato, avrebbe comportato solo per la restituzione degli importi già versati dai lavoratori interessati un esborso dello Stato di 3,5 miliardi di euro.
Poiché la norma impugnata ha proprio l’obiettivo di contenere gli oneri finanziari connessi alla progressiva introduzione del regime del TFR nel comparto pubblico, alla Corte Costituzionale è apparso legittimo che il passaggio dal regime del TFS al regime TFR dei lavoratori pubblici sia stato accompagnato da accordi negoziali che ne hanno guidato la “graduale applicazione anche al fine di contemperare la tutela dei diritti retributivi e previdenziali dei lavoratori pubblici con la salvaguardia della sostenibilità del sistema complessivamente considerato”.
Alla luce della sentenza della Corte Costituzionale tutte le cause in corso sono destinate ad avere esito negativo e per questo il nostro Ufficio legale suggerisce ai lavoratori che abbiano cause pendenti di rinunciare al ricorso.